Landscape Symphony | Roberto Fontana, Demetrio Di Grado, Nikos Moschos, Kiki Kolympari

Ecco #landscapesymphony, il nuovo progetto per le vetrine di Bisso Bistrot a cura di Francesco Piazza

Una stratificazione di luoghi, di storie, di popoli e di ecosistemi che convivono nel tempo e nello spazio. Esiste una stretta correlazione tra l’universo umano, lo spazio fisico e il modo in cui lo percepiamo; l’ambiente che ci circonda racconta molto di noi. Su chi siamo, su come ci siamo formati ed evoluti e le dinamiche dei nostri rapporti interpersonali.
Lo stimolo che un paesaggio ci trasmette è legato al nostro più intimo sentire. Possiamo reagire con stupore, con malinconia, con gioia al cospetto di un paesaggio. Eppure il paesaggio è sempre quello. Immobile. Cambia al mutare delle stagioni, ma immutabile resta impresso nella nostra memoria.

Il paesaggio, seppur immutabile, muta nella nostra psiche e può rivelare cose di noi probabilmente sommerse pronte finalmente a venir fuori. Perché in ognuno di noi vive un paesaggio interiore, che è frutto di continue elaborazioni, di felicità e dolore. E di ricordi.

L’arte assembla a suo modo, pezzi di mondo e brandelli di paesaggi, che sono anche sguardi, oggetti, luoghi popolati da figure oniriche in cui l’amore esiste a dispetto di razze e culture. Sono appunto brandelli di vita quotidiana che iniziano e finiscono nello spazio fisico e nella distanza di chi osserva,

Come van Gogh, ad esempio, che dipinse il suo paesaggio intimo, domestico, scarno, ma allo stesso tempo, in maniera infantile, colorato e ordinato, frutto di una esistenza fatta di sofferenza e di emarginazione. Espressione e risposta più autentica alla potenza creativa del dolore; Il confine tra il nostro esistere reale e la proiezione che di esso ha la nostra mente, ma soprattutto la nostra anima che i romantici chiamerebbero, il nostro cuore


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